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IL RESTAURO DEL CORTILE DELLA PIGNA:
IL SEGRETO È NEL GRASSELLO DI CALCE

“La faccia sua mi parea lunga e grossa
come la pina di San Pietro a Roma,
e a sua proporzione eran l’altre ossa”

Canto XXXI dell’Inferno di Dante Alighieri

UN PO’ DI STORIA

Il Cortile della Pigna, progettato da Donato Bramante e completato da Pirro Ligorio, è un vasto complesso edilizio che ospita oggi importanti spazi dei Musei Vaticani. La sua costruzione iniziò nel XVI secolo per volere di Papa Giulio II. Il cortile prende il nome dalla grande pigna in bronzo di epoca romana che si trova al centro della nicchia principale.
Questa pigna, un tempo collocata nell’atrio della Basilica di San Pietro, è un simbolo di fertilità e abbondanza addirittura citato da Dante nella sua Divina Commedia.
Il Cortile della Pigna è stato nei secoli al centro di importanti eventi e trasformazioni, diventando uno dei luoghi simbolo dei Musei Vaticani, capace di unire arte, storia e cultura.

IL RESTAURO

Il restauro delle facciate del Cortile della Pigna, uno dei gioielli architettonici dei Musei Vaticani, è stato realizzato con una tecnica antica e affascinante, che risale al 1500. La ricetta, custodita gelosamente tra le mura vaticane, prevede l’utilizzo di ingredienti naturali e un processo di lavorazione meticoloso, nel rispetto della tradizione e dell’ambiente.

L’ingrediente principale di questa pittura ecologica è il grassello di calce invecchiato 48 mesi, che viene miscelato con latte vaccino e altri componenti tra cui pigmenti naturali.

Il grassello di calce è un prodotto ottenuto dalla cottura del calcare, che viene poi spento con acqua e lasciato a maturare per un lungo periodo di tempo. Questo processo di invecchiamento conferisce al grassello di calce caratteristiche di lavorabilità e plasticità uniche in fase di applicazione. L’uso del grassello nella pittura dona traspirabilità agli intonaci a calce del cortile, perché permette alle superfici di respirare, favorendo lo scambio di umidità tra l’interno e l’esterno degli edifici, elasticità poiché si adatta ai movimenti strutturali degli edifici, evitando la formazione di crepe e fessure, resistenza agli agenti atmosferici e all’usura, garantendo durata nel tempo e delle pitture e infine ecologicità essendo un prodotto naturale, privo di sostanze chimiche nocive per l’ambiente e la salute delle persone.

La miscela così ottenuta viene lavorata e preparata direttamente in cantiere, seguendo precise proporzioni e tecniche di stesura a straccio e pezza di cotone.
La pittura viene applicata con ben otto passaggi manuali, un lavoro paziente e artigianale che permette di ottenere un risultato estetico di grande pregio.

Il restauro delle sue facciate, realizzato con questa tecnica antica, ha permesso di restituire al cortile il suo antico splendore, conservandone la bellezza e la storia per le generazioni future.

Un contributo video >> dell’Arch. Zanchettin, Sovrintendenza ai Beni Architettonici del settore del Dipartimento dei Servizi Scientifici dei Musei Vaticani, racconta il restauro della facciata della galleria sul lato sud del Cortile della Pigna.

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