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GLI INTONACI A CALCE E
I SETTE PECCATI CAPITALI

Gli intonaci a calce si fondano su rigorosi protocolli esecutivi. Gli ingredienti cardine – legante, aggregato e acqua – costituiscono una triade sacra, pilastro di ogni opera ben eseguita. Gli strumenti del mestiere – cazzuola e frattazzo – simboleggiano i passaggi di un rito, tramite il quale l’artigiano trasforma la materia grezza in opera d’arte.
Le formulazioni a base di calce nascondono tuttavia insidie degne dei peggiori gironi danteschi.
Ecco a voi, dunque, i sette peccati capitali dell’intonacatore a calce, da evitare come la peste o meglio come il cemento!

 

1 ‒ LA GOLA (di acqua nel mescolone)

“Ancora un po’ d’acqua, così è più facile da stendere!”.
Attenzione alla gola, amici! Un impasto troppo liquido sembrerà facile da applicare, ma una volta asciutto si ritirerà eccessivamente, creando crepe e un legame debole con il supporto. La calce ama la giusta consistenza, un equilibrio delicato tra cremosità e tenuta. Non cedete alla golosità di un impasto “beverino”!

2 ‒ L’AVARIZIA (del “costa meno”)

“Ma sì, mettiamoci un po’ di cemento, così tira prima e costa meno!”
Ah, l’eterna tentazione del risparmio miope! La calce respira, il cemento soffoca. Mescolare le due anime è come far sposare un gatto con un pesce rosso: finisce male per uno dei due (e in questo caso, per la bellezza e la durabilità del vostro muro). L’avarizia qui porta a un intonaco rigido, poco elastico, incline a fessurazioni e distacchi. Un vero peccato per il portafoglio a lungo termine!

3 ‒ L’IRA (contro la lentezza della Calce)

“Ma quanto ci mette ad asciugare sta roba?! Non ho tempo da perdere!”.
La calce è paziente, ha i suoi ritmi naturali. Invece di inveire contro la sua “pigrizia”, imparate ad assecondarla. Forzare l’asciugatura con ventilatori o fonti di calore è un atto di pura collera che si manifesterà con un intonaco debole e incline a sfarinarsi. La calma è la virtù dei forti… e degli intonacatori saggi.

4 ‒ L’ACCIDIA (nel non curare la stagionatura)

“Finito! Tanto poi si asciuga da solo…”.
Ecco il peccato più subdolo, quello che si manifesta nel tempo. Non curare la stagionatura dell’intonaco, non proteggerlo dal sole battente o dal gelo improvviso, è un atto di pigrizia che comprometterà la sua durabilità. La calce ha bisogno di tempo per carbonatare correttamente, per diventare forte e resistente. L’accidia qui è un furto al futuro del vostro muro.

5 ‒ L’INVIDIA (per i prodotti premiscelati moderni)

“Ma quell’altro intonaco lo fanno in un giorno ed è perfetto!”.
L’erba del vicino non è sempre più verde, soprattutto quando si parla di tradizione e biocompatibilità. Invidiare la “facilità” dei prodotti cementizi spesso porta a dimenticare i pregi unici della calce: la sua traspirabilità, la sua capacità di regolare l’umidità, la sua bellezza intrinseca. L’invidia qui è un peccato contro la storia e la qualità.

6 ‒ LA SUPERBIA (dell’esperto improvvisato)

“Io l’intonaco l’ho sempre fatto così, che vuoi che ne sappia la calce!”
Questo è il grido di battaglia di chi, forte di due muri intonacati male, si erge a maestro. La calce, amici miei, è una signora esigente, con le sue regole e i suoi tempi. Ignorarla con supponenza è il primo passo verso un disastro che nemmeno il miglior marmorino potrà nascondere. Il risultato? Un intonaco che crepa come un vaso di coccio caduto dalle mani di un gigante.

7 ‒ LUSSURIA (per la spatolata perfetta subito!)

“Voglio che sia liscio come la pelle di un bambino al primo colpo!”.
La fretta è cattiva consigliera, soprattutto con la calce. Ogni strato ha i suoi tempi di asciugatura e maturazione. Pretendere una finitura perfetta al primo passaggio è come corteggiare una nobildonna presentandosi in pigiama: si rischia un rifiuto sdegnoso, tradotto in crepe, cavillature e un aspetto finale tutt’altro che “lussurioso”.

Quindi, aspiranti maestri dell’intonaco a calce, meditate su questi sette peccati.
Evitateli con cura e la vostra opera non solo sarà duratura e bella, ma parlerà la lingua antica e nobile della vera tradizione costruttiva!

Questo testo è ispirato a “Enduits à la chaux | Les 7 péchés capitaux” dell’amico Gautier Assume. Qui l’articolo completo >>

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