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USA. IL NUOVO PRESIDENTE AVRÁ COMUNQUE UN PROBLEMA…
IMBIANCARE CASA!

Inizialmente era il ‘Palazzo del Presidente’  poi venne ribattezzata ‘Casa Bianca’ in modo ufficiale da Theodore Roosevelt nel 1901.
Indovinate perché?
E cosa centra la calce?

UN PO’ DI STORIA…

Il 13 ottobre 1792 si inaugurano a Washington i cantieri dell’edificio che sarà al tempo stesso dimora e sede della presidenza degli Stati Uniti. All’epoca il ruolo è ricoperto da George Washington, temporaneamente alloggiato a Philadelphia.

Il progetto della Casa Bianca incrocia le vicende di alcuni esponenti di rilievo del classicismo dell’epoca: europei spesso emigrati che attraversano l’oceano con un bagaglio di modelli urbanistici ed architettonici messi a punto nei loro paesi d’origine.
Pierre L’Enfant (1754-1825), francese, che definisce il piano Beaux-Arts di Washington capitale e posiziona la dimora presidenziale all’estremità di un viale trionfale, direttamente connesso al Campidoglio.
James Hoban (1762-1831), architetto irlandese che disegna la Casa Bianca ispirandosi apertamente alla Leinster House di Dublino, oggi sede del parlamento dell’isola.

MA PERCHÈ LA CASA BIANCA È BIANCA?

C’è chi sostiene che la Casa Bianca fu dipinta di bianco per coprire i danni provocati dai soldati britannici che le diedero fuoco il 24 agosto 1814… ma non è esattamente così!

In realtà, la Casa Bianca era già bianca. Fu imbiancata a calce, per la prima volta, nel 1798 allo scopo di proteggere l’esterno in pietra arenaria da umidità e da gelate invernali. La prima tinta utilizzata era frutto di una speciale ricetta, formulata e applicata a caldo con calce viva e altre sostanze ‘segrete’ come sale, amido di riso, colla animale e bianco di Spagna.

Al tempo, negli Stati Uniti l’imbiancatura delle facciate a calce, nota come limewash o whitewash, era pratica assai comune, adottata soprattutto per migliorare l’estetica delle strutture in pietra e mattone. Oltre all’effetto visivo, la calce era apprezzata anche per la capacità di contrastare muffe e funghi, grazie alle note proprietà antisettiche.

Il candore della finitura a calce della Casa Bianca non fu mai lasciato invecchiare, perchè la tinta veniva rinfrescata periodicamente.
Nel 1818 l’edificio fu invece ridipinto con una vernice a olio e biacca (un pigmento a base di piombo). Il passaggio dalla calce alla biacca non ne mutò l’aspetto esteriore, che continuò ad essere bianco, come appare ancora oggi, anche dopo infinite manutenzioni.

In origine l’appellativo ‘Casa Bianca’ era usato occasionalmente e informalmente nei giornali e nei periodici. Infatti, per tutto il diciannovesimo secolo l’edificio veniva indicato ufficialmente con ‘Executive Mansion’.

Solo il 17 ottobre 1901, per volontà dell’allora presidente Roosevelt, si stabili di cambiarne il nome. Da quel momento in avanti l’intestazione di tutti i documenti ufficiali, che richiedevano la firma presidenziale, doveva riportare ‘White House’, Casa Bianca appunto.

Tinta a Calce per la Casa Bianca
La ricetta originale

Prendi un recipiente di 9 galloni (circa 35 litri) riempito per metà di calce viva, idratala con acqua bollente, coprendola durante tutto il processo di spegnimento.
Filtra la calce e aggiungi un pugno di sale disciolto in acqua calda, tre libbre di riso bollito (fino a farlo diventare una pasta sottile), mezza libbra di Bianco di Spagna e una libbra di colla animale (depurata e sciolta in acqua).
Mescola e lascia riposare per diversi giorni.
Poi applica la tinta calda, mantenendola tale in un bollitore su un fornetto portatile, usando un pennello ‘da calce’.

Fonte: John Agg Papers. 1830. David M. Rubenstein Rare Book & Manuscript Library – Duke University, Durham, NC  

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