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Serie di articoli News

VILLAGGIO-LABORATORIO DI GHESC.
PIETRA, CALCE E LEGNO

Il nostro lavoro ha permesso di tessere una vasta rete di contatti nel campo del restauro, arricchendoci di collaborazioni internazionali, interagendo con università di tutto il mondo. L’apertura a culture e influenze esterne ha un valore enorme. Serve a rafforzare la visione di ciò che ci circonda con gli occhi del viaggiatore attento.

Maurizio Cesprini, Presidente della Fondazione Canova 

LA VAL D’OSSOLA E LE SUE ARCHITETTURE

Situata all’estremo nord del Piemonte e contornata da sette valli secondarie, la Val d’Ossola è caratterizzata da un paesaggio naturale tipicamente alpino.
L’architettura in pietra è indubbiamente l’elemento caratterizzante, sono infatti gli edifici storici e i borghi medievali a costellare le valli.
Sebbene non manchino testimonianze più antiche, è dall’inizio del medioevo che si deve la maggior parte degli esempi costruttivi ancora oggi chiaramente visibili. In questo periodo si segna in effetti un punto di svolta fondamentale nei modelli costruttivi tradizionali passando dall’utilizzo di materiali deperibili (legno, fango e paglia) all’impiego predominante della pietra, della calce e del legno. Materiali, semplici, essenziali e durevoli.

La pietra utilizzata è principalmente lo gneiss, roccia metamorfica che assume oggi il nome commerciale di “beola”o“sarizzo” a seconda del differente grado di scistosità, ed i siti d’estrazione sono spesso riconoscibili nelle vicinanze dei borghi stessi. La pietra veniva impiegata per realizzare gli elementi portanti degli edifici, per il manto di copertura, per le strutture voltate e per molti altri manufatti accessori alle abitazioni.
La calce, prodotta in piccole fornaci (alcune delle quali ancora ben conservate) veniva prodotta attraverso la cottura di pietra calcarea, estratta in Ossola dagli affioramenti di marmo, e utilizzata come legante nella malte di allettamento e negli intonaci.
Il legno, abbondante nei boschi, è elemento fondamentale nell’intelaiatura dei tetti e negli orizzontamenti; le essenze principalmente impiegate sono il castagno, il larice e l’abete rosso.

Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola

LA FONDAZIONE CANOVA

Dal desiderio di promuovere il rispetto e la valorizzazione del patrimonio storico architettonico in val d’Ossola, nel 2001, nasce la Fondazione Canova.
Il borgo di Ghesio, come molti in val d’Ossola, versava in uno stato di completo abbandono e alcuni edifici erano ridotti a rudere. Furono Ken Marquardt (fondatore della Fondazione Canova) e sua moglie Kali ad avviarne il recupero con l’acquisto del primo edificio a seguito del quale furono coinvolti altri privati, sia stranieri che italiani. La Fondazione Canova viene fondata parallelamente ai lavori di recupero del borgo e si è posta quale scopo principale la valorizzazione e la promozione dell’architettura tradizionale, a fianco del quale trovano spazio attività legate alla cultura locale.

IL VILLAGGIO-LABORATORIO DI GHESC

Dal 2010 la Fondazione ha deciso di acquistare un edificio nel villaggio medievale di Ghesio, attorno al quale si sviluppa il progetto “Il villaggio laboratorio di Ghesc”, luogo fisico dove svolgere i campi scuola continuativamente; progetto di valore culturale e sociale, rappresenta la sfida più ambiziosa che la Fondazione Canova si presta ad affrontare negli anni a venire.
“Io e la mia compagna Paola” – ci spiega il Presidente della Fondazione Canova Maurizio Cesprini – “abbiamo animato questo progetto all’interno della Fondazione Canova, essendo i pionieri dell’idea di trasformare il borgo in un villaggio-laboratorio. Abbiamo acquistato e con le nostre mani ristrutturato un edificio in pietra a Ghesc, introducendo servizi essenziali e allestendo spazi come cucine e bagni. Casa Alfio è diventato il campo base per le attività oltre ad essere la nostra abitazione. Gli edifici acquistati dalla Fondazione sono diventati dei veri e propri laboratori a cielo aperto”.

IL CANTIERE DIDATTICO

Il “cantiere didattico” si configura come un cantiere a tutti gli effetti e funge da laboratorio vivente dove si svolgono tutte le operazioni di restauro necessarie, seguendo un progetto complessivo e una visione integrata. Le sessioni di lavoro sono pensate specificamente per coinvolgere attivamente i partecipanti i quali affrontano una porzione di progetto ben definita. In questo contesto, i partecipanti, guidati da personale specializzato, vivono un’esperienza immersiva, applicando direttamente sul campo le tecniche di restauro. L’obiettivo non è solo mostrare come si eseguono determinati lavori, ma far sì che gli studenti diventino parte attiva del processo di recupero, toccando con mano e contribuendo al restauro. Tra le tecniche che sono state introdotte e che si stanno esplorando, vi sono l’uso di varie tipologie di calce, l’impiego di materiali come la canapa per isolamenti termici e l’utilizzo di elementi lignei ad incastro, che possono sostituire il cemento armato come rinforzi strutturali.
Oltre al lavoro in cantiere gli studenti partecipano a momenti formativi teorici e visite guidate. “Sebbene siamo una realtà relativamente piccola nella Val d’Ossola” spiega Cesprini, “il nostro lavoro ha permesso di tessere una vasta rete di contatti nel campo del restauro, arricchendoci di collaborazioni internazionali e aprendoci a nuove opportunità con università di tutto il mondo. L’apertura a culture e influenze dall’esterno ha un valore enorme. Serve a rafforzare la visione di ciò che ci circonda con gli occhi del viaggiatore attento. Questo messaggio filtra nel tessuto locale, spesso con straordinaria lucidità, e apre ad esperienze che possono arricchire tutti.”
Valorizzare questi edifici significa riconoscerne la bellezza intrinseca e il potenziale di riutilizzo futuro, significa avvicinarsi con umiltà alle molteplici culture che hanno saputo adattarsi a territori spesso difficili, apprendendo dal loro esempio per integrare il passato nel presente in modo rispettoso.

Testo tratto da: Maurizio Cesprini, “Paesaggi e luoghi buoni. La comunità e le utopie tra sostenibilità e decrescita”a cura di Alice Giulia Dal Borgo e Rosalba Maletta,
Mimesis, Milano, 2015

Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'Ossola
Laboratorio Ghesc, Val D'OssolaLaboratorio Ghesc, Val D'OssolaLaboratorio Ghesc, Val D'OssolaLaboratorio Ghesc, Val D'OssolaLaboratorio Ghesc, Val D'OssolaLaboratorio Ghesc, Val D'OssolaLaboratorio Ghesc, Val D'OssolaLaboratorio Ghesc, Val D'OssolaLaboratorio Ghesc, Val D'OssolaLaboratorio Ghesc, Val D'Ossola

Foto Archivio Fondazione Canova

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