MALTA DI CALCE CALDA
HOT LIME MORTAR
Le malte di calce calda sono malte formulate con Calce Viva, molto diffuse in ambito anglosassone per la costruzione e il restauro di edifici storici.
Durevoli, economiche, possono essere applicate a basse temperature nei periodi invernali.
La reazione di idratazione dell’ossido di calcio, con sviluppo di calore, riduce i tempi di presa e determina reazioni idrauliche con l’aggregato.
REALIZZAZIONI
Perché impiegare le malte di calce calda
I vantaggi derivati dall’uso di questo tipo di malte trovano spiegazione nella generazione di calore durante l’impasto. Il calore:
– ha un effetto positivo sulle caratteristiche del legame aggregato-calce;
– crea nella malta una struttura di pori alterata.
Circa il primo punto, è noto che le malte di calce aerea presentano caratteristiche meccaniche modeste. Ciò è dovuto alla limitata fusione interparticellare che si sviluppa al contatto calcite-calcite e alla poca affinità dei cristalli di calcite con le superfici di quarzo (costituente principale di una sabbia ordinaria). Inoltre, contrariamente a quanto avviene nel caso dei leganti idraulici, che con l’idratazione sviluppano forme pseudo-aciculari di enorme sviluppo superficiale aderendo molto efficacemente all’aggregato, i cristalli di calcite sviluppano un’aderenza sporadica rispetto alle particelle che costituiscono l’aggregato.
Nella preparazione di una malta calda, il legame legante-aggregato è molto migliorato poiché l’azione caustica della calce, unitamente al calore sviluppato possono ‘alterare’ la superficie dell’aggregato ‘attivandola’ e quindi aumentandone l’affinità nei confronti dei cristalli di calcite formatisi a seguito della successiva carbonatazione. Inoltre alcune frazioni argillose, presenti nelle sabbie, a tali temperature possono sviluppare un’incipiente attività pozzolanica, altrimenti assente, mentre, se si prevedono deliberate aggiunte di pozzolana all’impasto, la loro azione può essere esaltata.
Rispetto all’influenza sulla microstruttura, è noto come i cristalli di portlandite (Ca(OH)2) tendono a ridursi dimensionalmente con il progredire del periodo di maturazione, perciò è ragionevole pensare che in una malta di calce calda i cristalli di portlandite e i pori siano più grossolani di quelli presenti nelle malte formulate con grassello. Inoltre, durante la carbonatazione ci si può aspettare che, sebbene intervengano dei cambiamenti microstrutturali sulla trasformazione del Ca(OH)2 in CaCO3, tali cambiamenti rispecchino comunque lo scheletro di macropori che si è sviluppato nella malta appena dopo la sua formazione. In una malta prodotta a caldo, poi, la presenza di vapore conseguente alla reazione esotermica di spegnimento, può portare allo sviluppo di una struttura a pori larghi e interconnessi, che contribuisce a migliorare le caratteristiche di durabilità, grazie alla capacità di resistere ai cicli di gelo/disgelo e di agevolare il trasporto dell’umidità. [Andrea Rattazzi, Conosci il Grassello di Calce. Edicom Edizioni 2007].
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