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Serie di articoli News

STORIE DI CALCE #39
DA OPERA IL RACCONTO
DI PAOLO ACCINELLI

Con Storie di Calce raccontiamo le esperienze di clienti, appassionati e di tutti coloro che lavorano con la calce. Spunti, aneddoti e, perché no, qualche esempio delle realizzazioni che si possono fare con i nostri materiali. 

In questa puntata intervistiamo Paolo Accinelli, General Manager di SIC Società Impianti Calce, azienda leader a livello mondiale nella progettazione e costruzione di impianti e macchinari per la produzione di calce e derivati. Con una storia che affonda le radici nel 1840 come produttore di calce, l’azienda vanta un’esperienza di oltre tre secoli nel settore, arrivando oggi a offrire progetti e servizi in tutto il mondo.

Ecco la sua storia!

Ci racconti di più su di lei: di cosa si occupa?

Non so esattamente da quando, ma credo da sempre mi occupo di calce.
La calce fa parte del nostro DNA famigliare e fino dall’inizio della mia vita professionale, già durante il periodo scolastico, ho iniziato a “razzolare” tra gli impianti vivendo la realtà delle cave.
Anche se la mia vita professionale successiva alla laurea, mi ha portato a svolgere mansioni “in giacca e cravatta”, restata comunque sempre impressa nella mia mente e nel mio CV questa esperienza impagabile, maturata tra la “polvere” e che forse oggi per le nuove generazioni, diventa anche anche irreplicabile a causa dei vincoli dettati dalle differenti normative che regolano la vita delle società.
Ho avuto la possibilità di “rubare” conoscenza dalla gente che “faceva” e “utilizzava” la calce, scoprendo solo in seguito come, tante “tradizioni” tramandate, spesso in maniera empirica tra gli operai trovavano fondamento in una veste scientifica.

Ci racconti brevemente la storia della sua azienda, sappiamo che ha origini nel 1840…

La nostra storia famigliare, nel mondo della calce risale alla prima metà del 1800, quando in un piccolo paese della Liguria (Finale Ligure SV) i nostri antenati hanno iniziato a sfruttare un deposito eolico di sabbia sotto al quale si è trovato un giacimento di calcare.
Fatto questo abbastanza singolare in Liguria, dove è prevalente la presenza di carbonato di magnesio anziché di calcio.
Oltre all’ utilizzo della calce per edilizia, già in quegli anni nella zona, si stava sviluppando gli albori dell’industria delle concerie, della lavorazione del ferro e data la peculiare presenza di calce calcitica anche l’esportazione di questo prodotto, a mezzo di barili di legno trasportati utilizzando il cabotaggio nei paesi limitrofi e fino a raggiungere le foci del Rodano.
La produzione della calce nel ponente ligure era già presente da tempi immemorabili ed in zona, numerosi sono i siti ancora riconoscibili per la presenza di calcheroni abbandonati.
In quegli anni non esisteva una “tecnologia della produzione della calce” e le metodologie di produzione si rifacevano ad antiche tradizioni tramandate da secoli senza evoluzioni significative.
L’aumento delle quantità di calce richieste dal mercato creava la necessità di un’evoluzione della capacità produttiva e della ripetitività qualitativa della produzione.
A questo punto inizia la nostra storia di tecnologi della calce al fine anzitutto per trovare risposta ai problemi di produzione della nostra società e successivamente quali fornitori di tecnologia ad altre società del settore.
Arriviamo ad oggi dove, a causa di sempre più stringenti vincoli ambientali e paesaggistici siamo stati costretti a dismettere le attività produttive che erano arrivate ad occupare tre differenti siti produttivi, ed abbiamo rivolto il nostro core business e le esperienze maturate verso la realizzazione di tecnologie legate alla produzione della calce.
Le esperienze maturate e una continua innovazione ci ha portato a rappresentare oggi, con la nostra società, uno dei principali player mondiali nella tecnologia della calce.

Come si è tramandato il sapere e l’esperienza nel corso delle generazioni all’interno della famiglia?

Vorrei poter rispondere con una formula dotta da libro di economia, ma in realtà per la mia famiglia, come per altre famiglie storiche del mondo della calce in Italia, le quali sono tra loro legate da relazioni che sono ormai misurabili in generazioni, la decisione per le nuove generazioni di proseguire in questa avventura è molto banalmente legata al fatto che la calce è in casa da sempre e si sente anche la responsabilità di proseguire.
Devo confessare che l’ingresso in questi anni in società dei miei figli, i quali rappresentano probabilmente la quindicesima generazione della nostra avventura famigliare con la calce mi inorgoglisce all’idea di essere riuscito a passare a loro il testimone.

Quali sono state le sfide più grandi che l’azienda ha dovuto affrontare nel corso della sua lunga storia, e come sono state superate? Pensiamo a guerre, crisi economiche, cambiamenti tecnologici…

Con una storia lunga quale la nostra, gli avvenimenti che hanno segnato questo percorso sono i più disparati ed ogni volta è stato necessario adattarsi e reinventarsi.
Sicuramente però la grande sfida che ha coinvolto, la nostra società e i membri della nostra famiglia, in questa nostra lunga avventura nel mondo della calce è stata quella di essere capaci di non perdere la capacità di continuare ad imparare per innovare senza però perdere mai il contatto con le problematiche legate alla produzione.

C’è un aneddoto particolare che le viene in mente, legato alla storia della calce o dell’azienda?

Cercando nella mia memoria, la risposta a questa sua domanda mi sono affiorati due differenti eventi. Il primo è stato nel 2005, quando durante una riunione dei produttori indiani di calce, il presidente dell’associazione produttori di calce Mr. Marckigiani mi ha chiamato sul palco durante il suo discorso ed ha voluto ricordare quando, alla fine degli anni Cinquanta la nostra società, ed in particolare mio padre, sono sbarcati in India a Bombay per installare il primo forno “moderno” da calce. Mi sorprende sempre pensare come siano riusciti in quegli anni, partendo da un piccolo paese ligure di pescatori arrivare con il loro “saper fare” dall’altra parte del mondo.
Un altro fatto che mi colpisce tutte le volte, è quando mi ritrovo in una fabbrica sperduta in qualche parte del mondo in veste ufficiale di “presidente” della società e vedere come gli operai siano sorpresi a vedermi prendere in mano un pezzo di calce e fare un’analisi “a occhio” di cosa questo pezzo di calce possa raccontare. Nonostante l’età e il ruolo ufficiale che oggi rivesto mi è rimasta l’abitudine irrefrenabile, quando sono in un sito di produzione, di “toccare” il materiale.

Parlando del futuro della calce: quali sono, secondo lei, le prospettive per questo materiale nell’edilizia del futuro?

La produzione della calce, come la produzione dei diversi metalli, rappresentano tecnologie che sono alla base di moltissime attività dell’ingegno umano, queste tecnologie si sono dovute trasformare nel corso del tempo per adattarsi e stimolare sempre nuove esigenze.
Se pensiamo a cosa fosse la calce ed il suo utilizzo descritto da Plinio, e cosa è oggi il “mondo della calce”, ci rendiamo conto quanto questo antico e semplice prodotto, si sia evoluto insieme a noi.
Oggi esistono moltissime forme differenti di calce, che trovano impieghi in settori tecnologicamente sempre più sofisticati, ma l’anacronismo della calce, è che essa, ci riporta costantemente al monito del sapere fare.
Ci porta a riflettere su certe evoluzioni avvenute nel coso degli anni spesso dettate da mode o convenienze economiche non hanno portato ai risultati attesi.
Oggi, grazie alla calce, riscopriamo che la qualità della nostra vita è legata in modo imprescindibile alla qualità delle nostre case e riscopriamo ed apprezziamo in modo scientifico modalità costruttive antiche a cui siamo arrivati forse solo per caso o per esperienza nel saper fare.

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Calico Mills (Bombay)
Primo forno da calce moderno realizzato a Bombay, in India
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Paolo Accinelli
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