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Serie di articoli News

STORIE DI CALCE#10
DALLA PROVINCIA DI MANTOVA
IL RACCONTO DI ALESSANDRO

Con Storie di Calce raccontiamo le esperienze di clienti, appassionati e di tutti coloro che lavorano con la calce. Spunti, aneddoti e, perché no, qualche esempio delle realizzazioni che si possono fare con i nostri materiali.

In questo decimo appuntamento raccontiamo la storia di Alessandro Vincenzi dalla provincia di Mantova. Per ristrutturare la sua casa colonica in stile liberty dei primi del 1900 ha utilizzato solo tinte a calce.

Lo ringraziamo per aver condiviso con noi la sua esperienza e ti auguriamo buona lettura!

Perché la scelta della calce?

Ho cercato di mantenere il più possibile intatta la struttura originaria della costruzione, perciò ero già orientato verso l’utilizzo di materiali sani, naturali e, soprattutto, compatibili con quelli utilizzati inizialmente. Inoltre, cercavo qualcosa di efficace contro la muffa. L’efficacia del materiale e la compatibilità con l’originale sono stati i motivi principali che mi hanno convinto a utilizzare tinte a calce. Poi ho tenuto conto anche del fattore economico: le pitture chimiche tendenzialmente costano di più e durano meno.

Come ha conosciuto la Banca della Calce e perché ci ha scelto?

Su consiglio di un anziano muratore, avevo già utilizzato le tinte a calce per l’interno della casa, che ho realizzate da solo con grassello di calce e pigmenti. Cercando online ho scoperto la Banca della Calce e ho deciso di usarle anche per i muri esterni. Sono andato di persona a Bologna per acquistare il materiale e ne ho approfittato anche per avere qualche dritta su come utilizzarlo al meglio. La disponibilità è stata tale che, per tutta la durata del cantiere, ho potuto consultarmi con i tecnici per avere consigli e suggerimenti. 

Come ha utilizzato i prodotti a base di calce?

Ho utilizzato Easy, la tinta per esterni della linea CalceLatte: ho dipinto (da solo!) 1.500 mq di pareti: un lavorone, ma sono molto contento del risultato. Su vostro consiglio  ho anche acquistato il sapone nero che protegge le superfici e rende la tinta a calce idrorepellente. Sono stato talmente soddisfatto di questa scelta che l’ho utilizzato anche per il bagno: l’acqua scivola via e non ristagna.
In esterni ho avuto qualche problema nelle zone dove erano presenti rappezzi in cemento: la calce su supporti del genere attacca male e dopo un po’, purtroppo, la tinta è venuta via.

Ha qualche aneddoto particolare da raccontarci accaduto durante la lavorazione?

Il cantiere è durato circa un mese e mezzo e ho fatto tutto da solo. Grazie alla guida di un mio amico pittore, che conosce molto bene la calce (il padre la produceva), sono riuscito a ritrovare il colore originario. Dai bancali delle finestre abbiamo recuperato la tonalità giusta che abbiamo schiarito leggermente per far sembrare il tinteggio un po’ più vissuto. Oso dire che abbia fatto una specie di restauro. Abbiamo ricreato la tinta partendo da un fondo giallo ossido su cui abbiamo passato una mano di terra di siena: senza l’esperienza e l’occhio del pittore – che mi ha suggerito la giusta quantità di pigmenti – non credo ce l’avrei fatta! In totale, sono state necessarie tre mani: la base gialla, la seconda passata con terra di siena, la terza col sapone idrorepellente.

Ho seguito scrupolosamente quanto riportato nelle vostre schede su come eseguire il tinteggio: evitando, per esempio, di dipingere nelle ore più calde o sotto il sole battente in modo che la tinta non asciugasse troppo presto.  

Dopo questa meravigliosa esperienza, in un mercatino ho acquistato L’imbianchino, decoratore, stuccatore un manuale storico di Damaso Frazzoni, edito da Hoepli nel 1911, sulle tecniche di tinteggio e decorazione murale.
Nel leggerlo vi ho ritrovato gli stessi suggerimenti e consigli che date voi della Banca della Calce. È proprio vero: i saperi antichi sono preziosi e… non passano mai di moda!

I PRODOTTI UTILIZZATI DA ALESSANDRO

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