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Serie di articoli News

STORIE DI CALCE#30:
DALLA PROVINCIA DI VENEZIA,
IL RACCONTO DELL’ARCH. CAVINATO

Con Storie di Calce raccontiamo le esperienze di clienti, appassionati e di tutti coloro che lavorano con la calce. Spunti, aneddoti e, perché no, qualche esempio delle realizzazioni possibili con i nostri materiali.

Abbiamo intervistato l’architetto Lorenza Cavinato, specializzata in bioarchitettura. Per la sua abitazione ha usato esclusivamente materiali naturali, realizzando una casa in canapa che è diventata ispirazione per molti altri nel territorio.

Cogliamo l’occasione per ringraziarla tanto per la disponibilità.
Buona lettura!

Ci racconti il suo percorso professionale

Mi sono laureata in architettura a Venezia 22 anni fa e sin dagli ultimi anni dell’Università ho iniziato a orientarmi verso l’utilizzo dei materiali naturali in architettura e, in generale, verso la sostenibilità del modo di agire e costruire. In particolare, mi sono appassionata alla terra cruda che ho conosciuto in Sardegna nel Campidanese, dove ho vissuto per 10 anni iniziando un percorso formativo con ANAB- Associazione Nazionale Architettura Biologica. Le abitazioni in terra cruda tipiche del territorio del Sud della Sardegna sono le strutture più belle del mondo dal punto di vista della sostenibilità ambientale e del comfort abitativo. Tornata «in patria» in Veneto ho deciso di seguire il corso di  formazione di Casa Clima dedicato proprio all’utilizzo di materiali naturali in architettura che all’epoca, una quindicina di anni fa, era estremamente innovativo.

Perché la scelta di usare la canapa?

Quando ho deciso di costruire la mia abitazione privata ho escluso sin da subito l’utilizzo di mattoni e cemento e avevo un sogno, realizzare una casa interamente «naturale». Volevo assolutamente utilizzare materiali dati dalla natura e per cercarli ho girato buona parte del Nord-Est alla ricerca di una realtà aziendale che soddisfacesse i miei desideri, senza risultato. Ironia della sorte, dopo molte ricerche, ho visto una casa in calce e canapa proprio vicino a casa mia e ne sono rimasta letteralmente affascinata. Ho iniziato quindi a cercare professionisti ed aziende in quest’ambito che potessero supportarmi nella progettazione di casa mia; tra i tanti La Banca della Calce è quella che mi ha soddisfatto di più perché non ho trovato solo degli ottimi materiali, ma anche una consulenza scientifica molto accurata. Per realizzare casa mia abbiamo fatto un cammino condiviso che ha arricchito entrambi: la mia abitazione era un prototipo e, in virtù della sua struttura particolare, lo è ancora, perciò è stata un’occasione per entrambi, che ci ha consentito di imparare insieme.

Ci racconti il progetto

La mia casa si trova all’interno dell’azienda agricola di famiglia – in mezzo ai vigneti – nella quale si producono vini biologici, con un’attenzione al metodo di coltivazione e di lavorazione che non utilizza conservanti. Questa filosofia green è diffusa a 360 gradi, dalla produzione all’architettura e di conseguenza anche la mia casa rispetta questo «credo». La struttura è a telaio in legno che ho fatto progettare ad hoc. Quando l’ho vista montata ne ero entusiasta ma al tempo stesso ho avuto un attimo di smarrimento perché non sapevo come chiuderla. Grazie al supporto di Banca della Calce ho trovato una soluzione straordinaria: all’esterno, il telaio è chiuso con blocchi di calcecanapa fissati con tasselli sul tavolato incrociato, all’interno, dopo aver posato gli impianti – in modo semplicissimo perché non c’è stato bisogno di fare tracce e gli operatori avevano a disposizione tutto lo spazio che volevano –  abbiamo appoggiato un pannello in fibra di canapa riempiendo poi lo spazio rimasto libero con canapulo sfuso mescolato a calce. Le pareti interne sono state intonacate con argilla, quelle esterne con calce e con un protettivo antimuffa, nella parete a nord, consigliato da Banca della Calce.

La casa è particolarmente confortevole: non ci sono cemento, vernici, solventi; è una abitazione priva di inquinanti (se non quelli prodotti dagli abitanti). Profuma di legno, di erba e terra e l’umidità non supera il 65% neppure nelle torride giornate estive. Non abbiamo impianto di climatizzazione e consumiamo pochissimo riscaldamento, se si considerano i 600 metri cubi totali e il fatto che metà della casa è a tutta altezza, quindi più difficile da riscaldare. È installato anche un impianto fotovoltaico per l’acqua calda e per caricare bici e auto elettriche. Come dicevo, il green è presente in tutti gli aspetti della nostra vita (per capirci, anche la cuccia del cane è in legno e canapa!).

Se le dico ‘calce-vino-canapa’ cosa le viene in mente?

Una giornata bellissima! Era il 2016 e abbiamo organizzato con Banca della Calce un evento presso la cantina dell’azienda agricola di famiglia pensato per professionisti (architetti, geometri, artigiani ecc.): è stato un successo! Sono venute 30 persone da tutta Italia.. Abbiamo legato i 3 elementi – calce, vino e canapa – dal punto di vista scientifico:  abbiamo parlato di calce e  di canapa, materiali antichissimi tornati attuali nella forma di un biocomposto impiegato nella costruzione e l’isolamento termo-acustico degli edifici. Abbiamo parlato di  vino e del rapporto tra agricoltura e architettura. Dopo la parte teorica abbiamo organizzato una visita al cantiere della mia casa – all’epoca ancora in costruzione – e illustrato le fasi costruttive con interventi tecnici specializzati e dimostrazioni pratiche (clicca >> qui per maggiori informazioni sull’iniziativa).

Ha qualche aneddoto da aggiungere?

I miei genitori da ragazzi coltivavano la canapa e ne mangiavano i semi; era un materiale molto usato, caduto poi in disuso (clicca qui >> per conoscere la storia della canapa). Questa mia scoperta del materiale mi ha riportato letteralmente alle origini, oltre ad aver coinvolto ogni aspetto della mia vita: ho iniziato a usare abbigliamento in canapa, a bere la tisana alla canapa (ottima contro il mal di testa) e sto diffondendo nel mio territorio il suo utilizzo in architettura: ho avuto modo di usare questo materiale, oltreché a casa mia, anche in altre abitazioni della zona. Mi piace sperimentare, perché a fare l’architetto senza fantasia si rischia di fare come fanno tutti, perciò provo sempre nuove soluzioni con i committenti che mi lasciano spazio e si affidano alla mia esperienza e passione.

I PRODOTTI UTILIZZATI DA LORENZA

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